Rivalutazione rendita catastale: la rendita catastale è un parametro molto importante ai fini fiscali.
Grazie a questo dato è possibile definire il valore catastale cioè il valore fiscale da cui dipende l’importo delle tasse o imposte da pagare sull’immobile. Infatti la rivalutazione della rendita catastale non è altro che una percentuale applicata alla rendita catastale.
Attualmente il fisco italiano ha deciso che occorre rivalutare la rendita catastale del 5%, per gli immobili di tipo ACDE e del 40% per quelli di tipo B.
Infatti tutti gli immobili di qualsiasi tipologia catastale, come un’abitazione un capannone o un terreno agricolo sono soggetti a delle imposte sulla base della loro tipologia, della dimensione e della zona in cui si trovano.
La rendita catastale è un valore dato a ciascun immobile tenendo conto di questi tre parametri e che trovi nella visura catastale rilasciata dall’Agenzia delle Entrate e che serve per calcolare l’IMU, il valore dell’immobile e il valore catastale.
Come abbiamo detto in precedenza la rendita catastale è un valore che deriva da un calcolo ottenuto da diversi fattori moltiplicativi, ovvero la dimensione dell’immobile, per un valore dipendente dalla zona, moltiplicato per la classe catastale di appartenenza.
La rendita catastale rivalutata invece non è altro che la rendita moltiplicata per il coefficiente di rivalutazione. E’ proprio questo valore che permette poi il calcolo delle effettive imposte da pagare. Per i gruppi catastali
il coefficiente di rivalutazione è pari al 5% mentre per il gruppo B ovvero gli edifici ad uso collettivo è pari al 40 %.
Per il calcolo della rivalutazione bisognerà moltiplicare il valore che si può leggere su una visura catastale o richiedere presso l’Agenzia delle Entrate, per il coefficiente di rivalutazione che vale 5 % per gli immobili ACDE e 40% per quelli B.
Esempio: la rendita catastale vale € 900, il 5 % di 900 è 45 pertanto la rivalutazione vale € 945.
Per quanto riguarda la rivalutazione della rendita catastale sulla prima casa essa servirà per il calcolo del valore catastale, ovvero la base imponibile su cui applicare un ulteriore coefficiente, che per la prima casa è 110 (è variabile in base alla legislazione annuale), da cui verrà fuori il valore catastale e che servirà a definire le imposte da pagare.
Esempio: la rendita catastale vale € 900 €, il 5 % di 900 è 45. La rivalutazione della rendita vale dunque € 945. Moltiplicando € 945 x 110 si ottiene 103.950 € che è il valore catastale della prima casa.
Va considerato che la rivalutazione della rendita catastale serve per il calcolo dell’IMU oltre che di altre imposte come la TASI, quelle di donazione o successione.
Nel caso dell’IMU il valore catastale ottenuto per l’immobile va moltiplicato per il coefficiente specifico IMU per la categoria catastale di riferimento, nel caso dell’abitazione di tipo economico per esempio A3 vale 1.60.
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